Il
Segreto di Maria
Di san Luigi
Maria Grignon di Montfort
IL
GRANDE SEGRETO PER DIVENTARE SANTO
INTRODUZIONE
Il
segreto e le sue condizioni
l.
Ecco un segreto, o anima predestinata, che l'Altissimo mi ha rivelato e che io
non ho potuto trovare in alcun libro, né vecchio, né nuovo. Io te lo confido
nel nome dello Spirito Santo, a patto:
1) di non rivelarlo a nessuno se non a quelle persone che ne siano meritevoli
per le loro orazioni, le loro elemosine, le loro mortificazioni, le loro
persecuzioni pazientemente sofferte, il loro distacco da ogni cosa ed il loro
zelo per la salvezza delle anime;
2)
di servirtene per diventare tutta santa e celeste, poiché questo segreto non
diviene grande se non a misura di come un'anima lo adopera. Guardati quindi dal
rimanere con le braccia conserte, senza far nulla; il mio segreto si cambierebbe
in veleno e sarebbe la tua condanna;
3)
di ringraziare Dio, tutti i giorni della tua vita, per la grazia che ti ha
concesso di rivelarti un segreto che non meritavi affatto di conoscere e del
quale capirai meglio il pregio e l'eccellenza (sulle prime però
imperfettamente, a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e
del segreto amore a te stessa) di mano in mano che te ne servirai nelle azioni
ordinarie della vita.
La
preparazione per riceverlo
2. Prima però di appagare il tuo desiderio ardente e naturale di conoscere la
verità, recita devotamente in ginocchio l'Ave Maris Stella e il Veni Creator,
per chiedere a Dio la grazia d'intendere e gustare questo mistero divino.
A
causa del poco tempo che io ho di scrivere, e tu di leggere, dirò tutto in
breve.
PARTE
PRIMA NECESSITA' DI SANTIFICARSI PER MEZZO DI MARIA
1.
VOCAZIONE UNIVERSALE ALLA SANTITA'
3.
O anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal Sangue prezioso di Gesù
Cristo, il tuo Signore vuole che tu diventi santa come Lui in questa vita, e
gloriosa come Lui nell'altra.
L'acquisto
della santità di Dio è la tua sicura vocazione; a questo devono dunque mirare
tutti i tuoi pensieri, tutte le tue parole, tutte le tue azioni, tutte le tue
pene, e tutti i movimenti della tua vita, altrimenti tu resisti a Dio, non
facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.
Oh,
quale opera stupenda! La polvere cambiata in luce, la sozzura in purezza, il
peccato in santità, la creatura nel Creatore e l'uomo in Dio!
Oh,
opera stupenda! Lo ripeto, ma opera difficile in se stessa ed impossibile con le
sole forze della natura. Dio solo, con la sua grazia, ed una grazia copiosa e
straordinaria, può venirne a capo; la creazione stessa dell'universo non è un
capolavoro così grande come questo!
Per
santificarsi, bisogna praticare la virtù
4.
Come farai tu, anima predestinata? Di quali mezzi ti servirai per salire dove
Dio ti chiama? I mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti sono scritti
nel Vangelo, sono spiegati dai maestri della vita spirituale, sono praticati dai
Santi e necessari a quanti vogliono salvarsi e giungere alla perfezione; essi
sono l'umiltà del cuore, la preghiera continua, la mortificazione universale,
l'abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà del Signore.
Per
praticare la virtù, è necessaria la grazia di Dio
5.
Per servirsi di tutti questi mezzi di salvezza e di santità, la grazia del
soccorso di Dio è assolutamente necessaria, e questa grazia è concessa a tutti
più o meno grande: nessuno ne dubita.
Dico
più o meno grande, poiché il Signore, benché d'infinita bontà, non concede a
tutti nella stessa misura ed intensità la sua grazia, sebbene a ciascuno ne dia
a sufficienza. Ora, l'anima fedele con una grazia grande fa una grande azione,
e, con una grazia debole, ne fa una piccola; quindi il valore e l'eccellenza
delle nostre azioni sono in proporzione del valore e dell'eccellenza della
grazia concessa da Dio e corrisposta dall'anima. Questi principi sono
incontestabili.
Per
trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria
2.
RUOLO DI MARIA NELLA STORIA DELLA SALVEZZA
6.
Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia
necessaria per diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che
per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria. Infatti:
7.
1) - Solo Maria ha trovato grazia davanti a Dio, per sé e per ogni uomo in
particolare; i Patriarchi e i Profeti, i Santi tutti dell'Antico Patto non
poterono trovare questa grazia.
8.
2) - Perché Maria ha dato l'essere e la vita all'Autore di ogni grazia, e perciò
è chiamata Madre della Grazia.
9.
3) - L'Eterno Padre, dal quale ogni dono perfetto ed ogni grazia discendono a
noi come dalla sua sorgente essenziale, nel darle suo Figlio, le ha dato insieme
tutte le sue grazie; di modo che, - come dice San Bernardo, - la volontà di Dio
le è stata data in Lui e con Lui.
10.
4) - Dio l'ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie;
di modo che tutte le sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei,
e, secondo il potere ricevutone, Ella dà, - come dice San Bernardino, - a chi
vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole, le grazie dell'Eterno
Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.
11.
5) - Come nell'ordine della natura, è necessario che un figlio abbia un padre
ed una madre, così nell'ordine della grazia è necessario che un vero figlio
della Chiesa abbia Dio per padre e Maria per madre; di modo che, se egli si
gloriasse di avere Dio per padre e non avesse la tenerezza di un vero figlio
verso Maria, sarebbe un impostore, che avrebbe solo il demonio per padre.
12.
6) - Avendo Maria formato il Capo dei predestinati, che è Gesù Cristo, tocca
pure a Lei di formare le membra di questo Capo, che sono i veri cristiani;
nessuna madre, infatti, forma il capo senza le membra, o le membra senza il
capo.
Chi
dunque aspira ad essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità,
deve essere formato in Maria, attraverso la grazia di Gesù Cristo, che risiede
in Lei pienamente, per venire comunicata pienamente ai veri membri di Gesù
Cristo e ai veri suoi figli.
13.
7) - Lo Spirito Santo ha sposato Maria e prodotto in Lei, per mezzo di Lei e da
Lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo Incarnato; e siccome non l'ha mai
ripudiata, così continua ogni giorno a produrre in Lei e per mezzo di Lei, in
modo misterioso, ma reale, i predestinati.
14.
8) - Maria ha ricevuto da Dio un particolare dominio sulle anime per nutrirle e
farle crescere in Dio. Sant'Agostino giunge a dire che in questo mondo i
predestinati sono tutti chiusi nel seno di Maria, e che non vengono alla luce se
non quando questa buona Madre li partorisce alla vita eterna: quindi, come il
bambino trae tutto il cibo dalla mamma, che lo proporziona alla sua debolezza,
così i predestinati traggono da Maria tutto il loro cibo spirituale e tutta la
loro forza.
15.
9) - A Maria Dio Padre ha detto: "Figlia mia, abita in Giacobbe", cioè
nei miei predestinati, di cui Giacobbe è la figura. A Maria il Figlio di Dio ha
detto: "Mia cara Madre, abbi la tua eredità in Israele, cioè nei
predestinati". A Maria infine lo Spirito Santo ha detto: "Mia fedele
Sposa, getta le radici nei miei eletti". Perciò, chiunque è eletto e
predestinato, ha la Santa Vergine che dimora dentro se stesso, cioè nella sua
anima, e lascia che Ella vi metta le radici di una profonda umiltà, di una
carità ardente e di tutte le virtù.
16.
10) - Maria è chiamata da Sant'Agostino, e di fatto lo è, il modello vivente
di Dio, "forma di Dio"; vale a dire che in Lei sola un Dio fatto Uomo
è stato formato al naturale, senza che gli mancasse alcun lineamento della
divinità, e in Lei sola altresì può essere formato l'uomo in Dio al naturale,
per quanto ne è capace l'umana natura, attraverso la grazia di Gesù Cristo.
In
due modi uno scultore può fare una statua o un ritratto al naturale:
1)
- servendosi della sua capacità, della sua forza, della sua scienza e della
bontà dei suoi strumenti per scolpire questa statua o ritratto in una materia
dura ed informe;
2)
- gettandola nello stampo.
Il
primo modo è lungo e difficile, e soggetto a molti pericoli: spesso basta un
colpo di cesello o di martello dato male, per guastare tutta l'opera. Il secondo
modo è pronto, facile e dolce, quasi senza fatica e senza spesa, purché lo
stampo sia perfetto e rappresenti l'originale, e la materia di cui lo scultore
si serve, sia maneggevole, e non resistente alla sua mano.
17.
Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al
naturale un Uomo-Dio per mezzo dell'unione ipostatica e per formare un Uomo-Dio
per mezzo della grazia. A questo stampo non manca nessun lineamento della
divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare, riceve tutti i
lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all'umana
debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza
timore di illusioni, dato che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso
in Maria, santa ed immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.
18.
O anima cara, quale differenza tra un'anima formata in Gesù Cristo con i metodi
ordinari di coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si
appoggiano sulla loro capacità, e un'anima molto docile, distaccata da tutto,
ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si getta in Maria
Santissima e si abbandona all'operazione dello Spirito Santo! Quante macchie,
quanti difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e
di umano c'è nella prima, e quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù
Cristo!
19.
Non c'è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di
fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i
Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il
Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per
operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo
per l'uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l'uomo
beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato
nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e
incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i
quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così
separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e
notte: "Santo, Santo, Santo!".
Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio
20.
Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela
il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché
vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le
acque vivificatrici della grazia! Quest'anima non troverà che Dio solo, senza
creatura, in quest'amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente
santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria
debolezza. Dio, essendo dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino
nell'inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura possa trovarlo più vicino a
sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché appunto
per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli
Angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.
21.
Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura,
sia di impedimento all'unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma
Gesù Cristo solo, Dio solo che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio
supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto più che il Cielo non
superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben
lontano dal ritenere per se stessa un'anima, la getta in Dio e la unisce a Lui
tanto più perfettamente quanto più questa anima è unita a Lei. Maria è l'eco
meravigliosa di Dio, che non risponde che: "Dio", quando le si grida:
"Maria"; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant'Elisabetta,
viene chiamata beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal
demonio perfino nell'orazione avessero saputo trovare Maria, e per mezzo di
Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti così miseramente.
Quando
si è trovata Maria e, per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio
Padre, si è trovato ogni bene - dicono le anime sante -, e chi dice ogni bene.
non eccettua nulla: ogni grazia ed ogni amicizia presso Dio, ogni sicurezza
contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità ed ogni
vittoria contro le difficoltà di salvarsi, ogni soavità ed ogni gioia nelle
amarezze della vita.
22.
Non è detto che colui, che per mezzo di una vera devozione ha trovato Maria,
sia libero da croci e da patimenti; al contrario! Egli, anzi, ne è assalito più
di chiunque altro, perché Maria, essendo Madre dei viventi, dà a tutti i suoi
figli pezzi dell'Albero di Vita, che è la Croce di Gesù; bensì, se da una
parte Maria taglia loro delle buone croci, dall'altra ottiene loro la grazia di
portarle con pazienza e perfino con gioia; di modo che le croci che Ella dà a
quanti le appartengono, sono piuttosto canditi o croci candite anziché croci
amare; ovvero, se per qualche tempo sentono l'amarezza del calice che bisogna
bere necessariamente per essere amici di Dio, la consolazione, poi, e la gioia
che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li anima incredibilmente a
portare croci ancor più pesanti e più amare.
3.
NECESSITA' DELLA DEVOZIONE A MARIA
23.
La difficoltà è quindi di saper trovare realmente la divina Maria, per trovare
ogni grazia in abbondanza. Dio, perché assoluto padrone, può comunicare egli
stesso direttamente ciò che in via ordinaria non comunica se non per mezzo di
Maria, né senza temerarietà si può negare che qualche volta, anzi, lo faccia;
però, nell'ordine della grazia - come dice San Tommaso Dio, visto l'ordine
stabilito dalla sua divina Sapienza, ordinariamente non si comunica agli uomini
che per mezzo di Maria. Per salire fino a Lui e unirsi a Lui, è necessario
servirsi dello stesso mezzo di cui Egli si servì per scendere fino a noi, per
farsi uomo e per comunicarci le sue grazie: questo mezzo è una vera devozione a
Maria Vergine.
PARTE
SECONDA LA VERA E PERFETTA DEVOZIONE A MARIA
24.
Ci sono, infatti, parecchie devozioni vere a Maria: vere, dico, perché qui non
parlo delle false.
25.
La prima devozione consiste nel compiere i doveri di cristiano, evitando il
peccato mortale, operando più per amore che per timore, pregando di quando in
quando la Vergine ed onorandola come Madre di Dio, senza farla oggetto di
particolare devozione.
26.
La seconda devozione consiste nel nutrire per la Vergine sentimenti più
perfetti di stima, d'amore, di confidenza e di venerazione. Essa porta ad
entrare nelle Confraternite del Rosario, dello Scapolare, a recitare la Corona o
il Rosario, ad onorare le immagini e gli altari di Maria, ad esaltarne le
grandezze e ad iscriversi nelle sue Congregazioni. E questa devozione, se si sta
lontani dal peccato, è buona. santa e lodevole: però non è tanto perfetta e
tanto capace di ritirare le anime dalle creature e di distaccarle da se stesse
per unirle a Gesù Cristo.
27.
La terza devozione a Maria Santissima, conosciuta e praticata da ben poche
persone, è questa che sto per rivelarti, o anima predestinata.
1.
UN DONO TOTALE
28.
Essa consiste nel darsi interamente, come schiavo, a Maria e, per mezzo di
Maria, a Gesù: poi, nel far tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per
Maria. Mi spiego:
29.
Bisogna scegliere un giorno importante per darsi, consacrarsi e sacrificare
volontariamente e per amore, non per forza, interamente, senza riserva alcuna,
il proprio corpo e la propria anima; i propri beni esterni di fortuna, come la
casa, la famiglia, le rendite; i propri beni interni dell'anima, cioè i meriti,
le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui
è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a Gesù per mezzo di
Maria tutto quanto un'anima ha di più caro e di cui nessun Ordine religioso
esige il sacrificio, cioè il diritto che abbiamo di disporre di noi stessi e
del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni;
di modo che se ne lascia l'intera disposizione alla Santissima Vergine, perché
l'applichi a suo piacere e alla maggior gloria di Dio, che Ella sola conosce in
modo perfetto.
30.
Lasciato così a disposizione de Lei ogni valore soddisfattorio ed impetratorio
delle nostre buone opere, fatta cioè una tale offerta, sebbene non legati da
alcun voto, non si è più padroni di tutto il bene che compiamo; e la
Santissima Vergine può applicarlo, ora ad un'anima del Purgatorio, per
suffragarla o liberarla, ora ad un misero peccatore per convertirlo.
31.
Con questa devozione, si mettono i propri meriti nelle mani della Vergine, ma
solo perché Lei li custodisca, li aumenti, li abbellisca, non potendo noi
comunicarci a vicenda, né i meriti della grazia santificante, né quelli della
gloria. Le si danno invece tutte le preghiere e buone opere, in quanto sono
impetratorie e soddisfattorie, affinché le distribuisca e applichi a chi le
piacerà. Che se, dopo esserci in tal modo consacrati alla Santissima Vergine,
vorremo sollevare qualche anima dal Purgatorio, salvare qualche peccatore,
sostenere con le nostre preghiere, le nostre elemosine, le nostre
mortificazioni, i nostri sacrifici qualche nostro amico, dovremo chiederglielo
umilmente e rimetterci alla sua determinazione, senza volerla conoscere; essendo
ben convinti che il valore delle nostre azioni, distribuito dalla stessa mano di
cui Dio si serve per dispensarci le sue grazie ed i suoi doni, non potrà non
essere applicato alla sua maggior gloria.
32.
Ho detto che questa devozione consiste nel darsi a Maria come schiavo. Bisogna
notare che ci sono tre tipi di schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini buoni e cattivi, sono schiavi di
Dio in questa maniera.
La seconda è la schiavitù per forza; e schiavi di Dio in questo modo sono i
demoni e i dannati.
La terza è la schiavitù d'amore e di volontà; ed è quella con cui noi
dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, cioè nel modo più perfetto con
il quale una creatura possa darsi al suo Creatore.
33.
Osserva anche che c'è una grande differenza tra un servo e uno schiavo:
- un servo esige un salario per i suoi servizi; uno schiavo non ne può esigere;
- un servo è libero di lasciare il padrone quando gli piace, perché non lo
serve che per qualche tempo; lo schiavo non può giustamente abbandonarlo,
appartenendogli per sempre;
- il servo non dà al padrone diritto alcuno di vita e di morte sulla propria
persona; lo schiavo invece gli si dà così interamente che il padrone potrebbe
farlo morire senza essere molestato dalla giustizia.
Da
qui si vede facilmente come lo schiavo forzato si trova, rispetto al proprio
padrone, in quella assoluta dipendenza in cui l'uomo non può trovarsi che
rispetto al suo Creatore; questo spiega perché i cristiani non ammettono simili
schiavi: soltanto i Turchi e gli idolatri possono averne di tale specie.
34.
Beata, mille volte beata l'anima generosa, che si consacra come schiava d'amore
a Gesù per mezzo di Maria, dopo aver scosso con il Battesimo la tirannica
schiavitù del demonio.
2.
ECCELLENZA DELLA CONSACRAZIONE
35.
Quanta luce dovrei avere per esporre a dovere l'eccellenza di questa devozione!
Dirò soltanto rapidamente:
1)
- Darci così a Gesù per mezzo dì Maria è imitare Dio Padre, il quale ci ha
dato il suo Figlio solo per mezzo di Maria, e solo per mezzo di Lei ci comunica
le sue grazie. E' imitare Dio Figlio, il quale è venuto a noi solo per mezzo di
Maria, e, avendoci dato l'esempio affinché facessimo come Egli ha fatto, ci ha
sollecitati ad andare a Lui per lo stesso mezzo con cui Egli è venuto a noi,
cioè Maria. E' imitare lo Spirito Santo, il quale soltanto per mezzo di Maria
ci elargisce le sue grazie e i suoi doni. Non è forse giusto, - dice San
Bernardo-, che la grazia ritorni al suo Autore dallo stesso canale per il quale
è venuta a noi?
36.
2) - Andare a Gesù per mezzo di Maria è onorare veramente Nostro Signore Gesù
Cristo, perché è riconoscere che non siamo degni di accostarci direttamente da
noi stessi alla sua infinita santità, a causa dei nostri peccati, e insieme che
abbiamo bisogno di Maria, sua santa Madre, perché sia nostra Avvocata e nostra
Mediatrice presso di Lui, che è nostro Mediatore. E' nello stesso tempo
accostarci a Lui come a Mediatore nostro ed a nostro Fratello, ed umiliarci
davanti a Lui come davanti al nostro Dio ed il nostro Giudice: in una parola, è
praticare l'umiltà che rapisce sempre il cuore di Dio.
37.
3) - Consacrarci così a Gesù per mezzo di Maria, è mettere nelle mani di
Maria le nostre buone opere, le quali, benché sembrino buone, sono spesso
macchiate e indegne degli sguardi e del compiacimento di quel Dio, davanti al
quale le stelle stesse non sono pure. Preghiamo questa buona Madre e Padrona
affinché, avendo accettato il nostro misero dono, lo purifichi, lo santifichi,
lo nobiliti e l'abbellisca in modo da renderlo degno di Dio. Davanti a Dio, il
Padre di famiglia, tutti i frutti della nostra anima hanno meno valore per
attirarci la sua amicizia e la sua grazia, di quanto non ne avrebbe davanti al
re la mela bacata di un povero contadino, colono di Sua Maestà, per pagare il
proprio affitto. Che cosa farebbe il meschino, se fosse intelligente e sapesse
di essere ben voluto dalla regina? Non metterebbe forse la sua mela nelle mani
di lei? e questa, sia per bontà verso il povero contadino, sia per rispetto
verso il re, non toglierebbe forse dalla mela quello che vi fosse di difettoso e
di guasto, mettendola poi sopra un vassoio d'oro, ornato di fiori? E il re
potrebbe non accettarla, anche con gioia, dalle mani della regina, che vuole così
bene a quel contadino? Se vuoi offrire qualche piccolo dono a Dio, - dice San
Bernardo mettilo nelle mani di Maria, a meno che non t'importi di essere
respinto.
38.
Dio mio! com'è poca cosa quello che facciamo! Ma mettiamolo in mano a Maria con
questa devozione; e quando ci saremo dati interamente a Maria, tanto quanto è
possibile, spogliandoci di tutto in suo onore, Ella sarà infinitamente più
generosa verso di noi, poiché "per un uovo ci darà un bove"
comunicandosi a noi con tutti i suoi meriti e tutte le sue virtù, mettendo i
nostri meschini doni nel piatto d'oro della sua carità, rivestendoci, come
Rebecca fece con Giacobbe, dei begli abiti del suo Primogenito ed unico Figlio,
Gesù Cristo, cioè dei meriti di Lui, che Ella tiene a sua disposizione; e così,
dopo esserci, spogliati di tutto per onorarla quali suoi domestici e suoi
schiavi, avremo doppia veste: "Tutti i suoi familiari hanno doppia
veste": vesti, ornamenti, profumi, meriti e virtù di Gesù e di Maria
nell'anima di uno schiavo di Gesù e di Maria, spoglio di se stesso e fedele nel
suo spogliamento.
39.
4) - Darsi così alla Santissima Vergine è praticare nel suo più alto grado
possibile la carità verso il prossimo; poiché è dare a Maria tutto ciò che
si ha di più caro, affinché ne disponga a suo piacimento a favore dei vivi e
dei morti.
40.
5) - Con questa devozione si mettono al sicuro le proprie grazie, i propri
meriti e le proprie virtù, facendone depositaria Maria e dicendole: "Ecco,
mia cara Signora, ciò che, per grazia di tuo Figlio, ho potuto fare di bene;
tienitelo, perché purtroppo, a causa della mia debolezza ed incostanza, a causa
del numero stragrande e della malizia dei miei nemici, insorgenti contro di me
giorno e notte, io non mi sento capace di conservarlo. Si vedono, ahimè! tutti
i giorni cadere nel fango cedri del Libano, e diventare uccelli notturni aquile
che si innalzavano fino al sole; io vedo altresì mille giusti cadere alla mia
sinistra e diecimila alla mia destra. Ma Tu, o mia potente e grandissima
Principessa, sorreggimi, perché non cada; custodisci ogni mio bene, perché non
mi sia rubato. a Te affido in deposito tutto quanto posseggo. so bene chi sei,
perciò tutto mi abbandono a te. Tu sei fedele a Dio ed agli uomini, non
lascerai quindi perire nulla di quanto ti ho affidato; Tu sei potente, e nulla
può nuocerti, né rapirti ciò che tieni nella tua mano".
"Se
la segui non ti smarrisci, se la preghi non disperi, se pensi a lei non sbagli.
Sostenuto da lei non cadi, protetto da lei non temi, guidato da lei non ti
stanchi, con la sua benevolenza giungerai ... " (San Bernardo, inter
flores, cap. 135; De Maria Virgine, pag. 2150).
Ed
altrove aggiunge: "Maria trattiene il Figlio perché non colpisca, il
diavolo perché non nuoccia, le virtù perché non fuggano, i meriti perché non
spariscano, le grazie perché non vengano meno". Parole di San Bernardo,
che esprimono in sostanza quanto ho detto. Se anche ci fosse solamente questo
motivo per invogliarmi a questa devozione, che mi offre il mezzo sicuro di
conservarmi anzi di crescere nella grazia di Dio, io non dovrei spirare per essa
che fuoco e fiamme.
41.
6) - Questa devozione rende un'anima veramente libera della libertà dei figli
di Dio. Siccome noi, per amore di Maria, ci riduciamo volontariamente in
schiavitù, questa cara Padrona, per riconoscenza, allarga e dilata il nostro
cuore e ci fa camminare a passi da gigante nella via dei comandamenti del
Signore. Ella scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Nostro Signore stesso
fece conoscere alla Madre Agnese di Langeac, morta in concetto di santità,
questa devozione, quale sicuro mezzo per uscire dalle grandi pene e perplessità
in cui si trovava: "Fatti schiava di mia Madre e mettiti la
catenella", - le disse; Agnese acconsenti e nel momento stesso ogni pena
scomparve.
42.
Per autorizzare questa devozione, bisognerebbe ricordare tutte le Bolle e le
Indulgenze accordate dai Papi, le Pastorali dei Vescovi, le Confraternite
fondate in suo onore, l'esempio di parecchi Santi e di grandi personaggi che
l'hanno praticata; ma tutto questo lo lascio da parte.
3.
PRATICHE INTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU' : SUO SPIRITO E SUOI FRUTTI
43.
Ho detto, poi, che questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni
con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
44.
Non basta essersi dato una volta a Maria, in qualità di schiavo; nemmeno basta
ripetere ciò tutti i mesi, tutte le settimane: sarebbe questa una devozione
troppo passeggera e non potrebbe innalzare l'anima a quella santità a cui può
elevarla. Non vi è certo grande difficoltà ad iscriversi in una confraternita,
e neanche ad abbracciare questa devozione, e a recitare ogni giorno qualche
preghiera vocale, come essa prescrive: la grande difficoltà è di entrare nello
spirito di questa devozione, che è di rendere un'anima interiormente dipendente
e schiava della Santissima Vergine e di Gesù per mezzo di Lei. Ho trovato molte
persone che, esternamente si sono poste con mirabile ardore in questa schiavitù;
poche invece ne ho trovate che ne abbiano preso lo spirito, e, meno ancora che
vi abbiano perseverato.
45.
1) - La pratica essenziale di questa devozione consiste nel fare tutte le
proprie azioni con Maria, cioè nel prendere la Santissima Vergine come modello
perfetto di tutto ciò che si deve fare.
46.
Prima dunque di dare inizio a qualsiasi cosa, è necessario rinunciare a se
stessi e ai propri progetti per quanto eccellenti; bisogna annientarsi davanti a
Dio riconoscendosi incapaci da se stessi di alcun bene soprannaturale e di
qualsiasi azione utile alla salvezza; bisogna ricorrere alla Santissima Vergine
e unirsi a Lei e alle sue intenzioni, benché sconosciute; bisogna unirsi per
mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo, mettersi, cioè come uno
strumento nelle mani di Lei, affinché Ella faccia in noi, di noi e per noi,
come le sembrerà meglio, alla maggior gloria di suo Figlio e, per mezzo di suo
Figlio Gesù Cristo, alla maggior gloria del Padre; di modo che non si compiano
atti di vita interiore ed operazioni spirituali se non dipendentemente da Lei.
47.
2) - Bisogna fare ogni cosa in Maria; bisogna cioè abituarsi, a poco a poco, a
raccogliersi in se stessi, per formarvi una piccola idea od immagine spirituale
di Maria. Ella sarà per l'anima l'Oratorio per potervi fare tutte le sue
preghiere a Dio, senza timore di essere respinta; la Torre di Davide dove
mettersi al sicuro contro tutti i suoi nemici; la Lampada accesa per illuminare
tutto il suo interiore e infiammarlo di amore divino; il sacro Tabernacolo per
vedere Dio con Lei; Maria, finalmente sarà per quest'anima il suo unico Tutto
presso Dio e il suo rifugio universale. Se prega, pregherà in Maria; se riceve
Gesù nella Santa Comunione, lo deporrà in Maria perché vi si compiaccia; se
opera, opererà pure in Maria, e dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia
di se stessa.
48.
3) - Non bisogna mai andare a Nostro Signore se non per mezzo di Maria, per
mezzo della sua intercessione e del suo credito presso di Lui, non trovandosi
mai soli nel pregarlo.
49.
4) - Infine, tutte le azioni devono essere fatte per Maria: divenuti, cioè,
schiavi di questa augusta Sovrana, non si lavori più che per Lei, per il Suo
profitto e alla Sua gloria come fine prossimo, alla gloria di Dio come fine
ultimo. Si deve rinunciare, in tutto quello che si fa, all'amor proprio, che
impercettibilmente si prende quasi sempre come fine, e ripetere spesso dal
profondo del cuore: "O Mia cara Madre, per Te vado qua e là, faccio questa
o quella cosa, soffro questa pena o questa ingiuria!".
Tre avvisi importanti
50.
Bada di non credere, o anima predestinata, che sia cosa più perfetta andare
direttamente a Gesù, direttamente a Dio con la tua opera e la tua intenzione:
la tua opera, la tua intenzione sarebbero di poco valore; se invece ci vai per
mezzo di Maria, allora è l'operazione di Maria in te, e quindi essa sarà
sublime e degnissima di Dio.
51.
Stai anche attento a non farti violenza per sentire e gustare ciò che dici o
che fai: ma dì tutto e fa' tutto in quella pura fede che Maria ebbe quaggiù, e
che Ella con il tempo ti comunicherà. Lascia, o povera piccola schiava, lascia
alla tua Sovrana la chiara visione di Dio, i trasporti, le gioie, i piaceri, le
ricchezze, e prendi per te soltanto la fede pura, piena di svogliatezze, di
distrazioni, di noie, di aridità; e dille: "Amen, Così sia, a tutto
quello che Tu, mia Padrona, fai in Cielo: per ora è ciò che posso fare di
meglio".
52.
Guardati inoltre dall'affliggerti se non godi così presto della dolce presenza
della Vergine nel tuo intimo. Questa grazia non è concessa a tutti; e quando
Dio, nella sua grande misericordia, ne favorisce un'anima, questa può benissimo
perderla se non è fedele a raccogliersi spesso; qualora però ti cogliesse
tanta sciagura, ritorna dolcemente alla tua Sovrana e chiedile umilmente
perdono.
4.
FRUTTI MERAVIGLIOSI DELLA CONSACRAZIONE
53.
L'esperienza ti farà conoscere infinitamente più di quanto io ti dico, e tu
troverai, qualora sia fedele al poco che ti ho insegnato, tante ricchezze e
tante grazie nella pratica di questa devozione, che ne resterai meravigliata e
la tua anima ne sarà colma di gioia.
54.
Lavoriamo quindi, anima cara, e per mezzo di questa devozione fedelmente
praticata, facciamo in modo che l'anima di Maria sia in noi per glorificare il
Signore, lo spirito di Maria sia in noi per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore.
Sono queste le parole di Sant'Ambrogio: "Sia in ciascuno di noi l'anima di
Mariaper proclamare la grandezza del Signore, sia in ciascuno di noi lo spirito
di Maria per gioire in Dio Salvatore". E non crediamo che vi sia stata più
gloria e più felicità a dimorare nel seno di Abramo, chiamato Paradiso, che
nel seno di Maria, perché Dio vi pose il suo trono. Così dice il dotto abate
Guerrico: "Non credere che il Paradiso, raffigurato dal seno di Abramo, sia
più felice del grembo di Maria, nel quale il Signore ha posto il suo
trono".
55.
Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell'anima effetti innumerevoli.
Il principale - vero dono dell'anima - è quello di stabilirvi la vita di Maria,
in modo che non è più l'anima che vive, ma la Vergine che vive in lei, poiché
l'anima di Maria diviene, per così dire, la sua anima. Ora, quando per una
grazia ineffabile, ma vera, la divina Maria è Regina in un'anima, quali
meraviglie non vi opera! Siccome Ella è l'artefice delle grandi meraviglie,
specialmente nel nostro intimo, perciò vi lavora in segreto, all'insaputa
dell'anima stessa, la quale se ne avesse conoscenza, guasterebbe la bellezza
delle sue opere.
56.
E nello stesso modo, siccome Ella è dappertutto la Vergine feconda, così porta
in tutto l'intimo dove si trova, la purezza del cuore e del corpo, la
rettitudine delle intenzioni, la fecondità delle buone opere.
Non
credere anima cara, che Maria, la più feconda di tutte le creature, tanto che
giunse a produrre un Dio, rimanga oziosa in un'anima fedele. Ella farà vivere
incessantemente quest'anima per Gesù, e Gesù in lei: "Figli miei, per voi
io soffro di nuovo i dolori del parto, finché non sarà chiaro che Cristo è in
mezzo a voi" (Gal. 4, 19), e se Gesù Cristo è così veramente frutto di
Maria per ogni anima in particolare, come lo è per tutti quanti in generale, è
certo che in modo specialissimo Egli è frutto di Maria e suo capolavoro
nell'anima dove Lei risiede.
57.
Infine, Maria, per quest'anima diviene ogni cosa presso Gesù Cristo: Ella ne
illumina lo spirito con la sua pura fede, le approfondisce il cuore con la sua
umiltà, glielo dilata ed infiamma con la sua carità, glielo purifica con la
sua purezza, glielo nobilita ed arricchisce con la sua maternità. Ma per che
motivo insistere? Solo l'esperienza può rivelarci queste meraviglie di Maria,
meraviglie incredibili alle persone dotte ed orgogliose, anzi al comune dei
devoti e devote.
58.
Poiché per mezzo di Maria Santissima Dio venne la prima volta al mondo,
nell'umiliazione e nell'annientamento, non potrebbe pur dirsi altresì per mezzo
di Maria Santissima, che Egli verrà un'altra volta, come l'attende tutta la
Chiesa, per regnare dovunque e per giudicare i vivi e i morti? Ma chi può
sapere come e quando ciò avverrà? So bene però che Dio, i cui pensieri
distano dai nostri più che non disti il cielo dalla terra, verrà nel tempo e
nel modo meno atteso dagli uomini, anche i più dotti e i più versati nella
Sacra Scrittura, che a questo riguardo è molto oscura.
59.
Allo stesso modo, si deve credere che verso la fine dei tempi, e più presto
forse che non si pensi, Dio susciterà grandi uomini ripieni dello Spirito Santo
e di quello di Maria, per mezzo dei quali Ella, questa divina Sovrana, opererà
nel mondo grandi meraviglie per distruggervi il peccato e stabilire il Regno di
Gesù Cristo, suo Figlio, sulle rovine di quello del mondo corrotto; e che per
mezzo di questa devozione alla Vergine, di cui non so dare che una traccia, e
ben pallida anche questa, a causa della mia pochezza, quei santi personaggi
verranno a capo di tutto.
5.
PRATICHE ESTERIORI DELLA CONSACRAZIONE
60.
Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo ora parlato, ce
ne sono altre che non bisogna omettere, né trascurare.
61.
La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche giorno importante, per le mani
di Maria, di cui ci facciamo schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa
intenzione e di passarlo in preghiera: si rinnoverà questa consacrazione almeno
ogni anno, nello stesso giorno.
62.
La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso giorno, un piccolo tributo alla
Vergine, quale prova di servitù e di dipendenza; tale fu sempre l'omaggio degli
schiavi verso i loro padroni. Ora questo tributo consiste o in qualche
mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche pellegrinaggio, o in
qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo quanto racconta suo fratello, San
Pier Damiano, si disciplinava pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno,
davanti ad un altare della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto
fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si deve però offrirle con cuore
umile e riconoscente quello che le si dà.
63.
La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa
dell'Annunciazione che è la festa principale di questa devozione, stabilita
appunto per onorare ed imitare la dipendenza in cui si pose il Divin Verbo, in
tal giorno, per amore nostro.
64.
La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però
obbligarvici sotto pena di peccato, qualora vi si manchi, la Coroncina alla
Santissima Vergine, composta da tre Padre Nostro e da dodici Ave Maria; di
recitare spesso il Magnificat, che è l'unico cantico che abbiamo di Maria, per
ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri; soprattutto non
bisogna smettere di recitarlo dopo la S. Comunione, quale ringraziamento, come
soleva fare la Santissima Vergine stessa, secondo il dotto Gersone.
65.
La quinta è di portare una catenella benedetta al collo, o al braccio, o al
piede, o attraverso il corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere,
senza che ne soffra l'essenziale di questa devozione: tuttavia, sarebbe male
disprezzarla e condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare.
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1
- per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale
siamo stati avvinti;
2 - per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si
compiacque di essere strettamente legato, per renderci veramente liberi;
3 - per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l'impulso di questa virtù,
dato che questi vincoli sono vincoli di carità: "Io li traevo con legami
di bontà, con vincoli d'amore" (Os 11, 4);
4 - infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la
nostra doverosa dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.
Molti
grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono
talmente queste catenelle, che si lamentavano perché non era loro concesso di
trascinarle pubblicamente ai piedi, come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più
preziose e più gloriose delle collane d'oro e delle pietre preziose di tutti
gli imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne
sono le illustri insegne e livree!
E'
conveniente che queste catene, se non d'argento, siano almeno di ferro, per la
facilità di procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci
possano accompagnare fino al giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria,
quale trionfo per un fedele schiavo, nel giorno del giudizio, se al suono della
tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla catena della
schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero deve stimolare
molto un devoto schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda possa
tornare alla natura.
1.
PREGHIERA A GESU'
66.
Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia
riconoscenza per la grazia concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la
devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia avvocata presso la tua
Maestà, e mio supplemento universale nella mia grandissima miseria.
Ahimè!
mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona Madre, di certo sarei
irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è necessaria presso di te, in tutto:
necessaria, per calmarti nel tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed
ogni giorno ti offendo ancora tanto; necessaria, per trattenere gli eterni
castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per guardarti, per
parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per piacerti; necessaria, per
salvare la mia anima e quella degli altri; necessaria, in una parola, per fare
sempre la tua santa volontà e cercare in tutto la tua maggior gloria. Perché
non posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi hai usato?
Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io sarei già dannato? Perché
non posso mostrare una degna riconoscenza per un così grande beneficio? Maria
è in me. Oh, quale tesoro! Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io
tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe mai questa, mio caro Salvatore!
Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga tanta sventura, perché
preferisco morire che vivere senza essere di Maria.
Io l'ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San Giovanni
Evangelista ai piedi della Croce, e mille e mille volte a Lei mi sono
consacrato; ma se ancora non l'ho fatto come Tu desideri. Gesù mio caro, adesso
voglio farlo nel modo che a TE piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel mio
corpo qualche cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela,
te ne prego, e gettala lontano da me, poiché non appartenendo a Maria, è
indegna di Te.
Invocazione
finale allo Spirito Santo
67.
O Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e coltiva
nella mia anima l'amabile Maria, vero Albero di Vita, perché cresca, fiorisca e
rechi frutti di vita in abbondanza. O Spirito Santo! Dammi una grande devozione
ed una grande appoggio sul suo seno materno ed un continuo ricorso alla sua
misericordia, affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al
naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.
2.
PREGHIERA A MARIA
68.
Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell'Eterno Padre; io ti saluto, o Maria,
Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima
dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia cara Madre, mia amabile padrona
e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore mio ed anima
mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però
non lo sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come
eterno schiavo, senza riserva alcuna, né per me né per gli altri.
Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico,
in questo momento, e sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi
in me, sradica, annienta tutto ciò che spiace a Dio, e in me pianta, innalza,
opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le tenebre del
mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua
sublime contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione
vagabonda; la tua vista ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua
presenza; l'incendio della carità del tuo Cuore dilati ed infiammi il mio, così
tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi
meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. Infine, o mia carissima
e diletta Madre, fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo
per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia altra anima
che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cure che
il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.
69.
Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche
spirituali. A te si addice di vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare
pienamente senza amarezze; a Te di trionfare gloriosamente alla destra di tuo
Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in modo assoluto
agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di
disporre, a tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o
divina Madre, l'eccellente porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà
tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel
mondo, e cioè: credere puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con
gioia, senza consolazione di creature; morire, continuamente e senza tregua, a
me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun interesse, come
il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti
chiedo, e che, tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte:
"Amen: Così sia", a tutto quello che tu facesti sulla terra durante
la tua vita mortale; "Così sia", a tutto quello che adesso fai in
Cielo; "Così sia", a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci
sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in me nel tempo e nell'eternità.
Amen.
CONCLUSIONE
L'ALBERO
DELLA VITA
OSSIA
IL MODO DI FAR VIVERE E REGNARE MARIA IN NOI
70.
Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo hai capito quanto sono
venuto a dirti? Ringrazia Dio: è un segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai
trovato il tesoro nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo,
devi vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di te stessa
nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per trovarvi Dio solo. Se lo
Spirito Santo ha piantato nella tua anima il vero Albero della Vita, che è la
devozione che ti ho esposto, devi porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia
il suo frutto a tempo opportuno.
Questa
devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel Vangelo, il quale,
mentre è, a quanto pare, il più piccolo di tutti i grani, diviene però molto
grande ed erge così alto il fusto che gli uccello del cielo, cioè i
predestinati, nidificano sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie
feroci.
Il modo di coltivarlo Eccoti, o anima predestinata, il modo di coltivarlo:
71.
1) Quest'Albero, essendo piantato in un cuore assai fedele, ama restare all'aria
libera, senza alcun appoggio umano: quest'Albero, essendo divino, rifugge sempre
da qualsiasi creatura che potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il suo
principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla sua propria industria, o
sui propri doni di natura, o sul credito e l'autorità degli uomini: bisogna
invece ricorrere a Maria e contare sul suo aiuto.
72.
2) Bisogna che l'anima, dove quest'Albero è piantato, sia occupata senza
tregua, a guardarlo e riguardarlo, come un buon giardiniere. Poiché
quest'albero, essendo vivente e dovendo dare frutto di vita, vuole essere
coltivato e reso rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell'anima;
è proprio infatti di un'anima, che aspiri a diventare perfetta, di pensarvi di
continuo, di farne la principale occupazione.
73.
3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che potrebbero soffocare
questo Albero o impedirgli di produrre il suo frutto: bisogna, cioè, essere
fedele a tagliare e troncare, con la mortificazione e la violenza a se stesso,
tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature; in altre parole,
crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.
74.
4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano. Questi bruchi sono l'amore di se
stesso e delle proprie comodità; essi mangiano le foglie verdi e distruggono le
belle speranze che l'Albero dava di produrre frutti: poiché l'amor proprio e
l'amor di Maria non si accordano affatto.
75.
5) Bisogna tenere lontano le bestie, che sono i peccati, i quali potrebbero
seccare l'Albero della Vita con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo
sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre pericolosissimi,
qualora non se ne abbia dispiacere.
76.
6) Bisogna innaffiare continuamente quest'Albero divino con Messe, Comunioni ed
altre preghiere pubbliche o private, altrimenti esso non darebbe più frutti.
77.
7) Non bisogna crucciarsi se quest'Albero è agitato e scosso dal vento; perché
occorre che il vento delle tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed
i ghiacci lo circondino per farlo morire; il che significa; il che significa che
questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente combattuta e
contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell'Albero della vita è l'amabile ed adorabile Gesù
78. Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di
recente piantato nella tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco
tempo esso crescerà così in alto, che gli uccelli del cielo vi abiteranno, e
diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo frutto di
onore e di grazia, cioè l'amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre
l'unico frutto di Maria.
Felice l'anima in cui è piantata Maria, l'Albero della Vita; più felice quella
in cui Maria ha potuto crescere e fiorire; felicissima quella in cui Maria
produce il suo frutto: ma fra tutte felicissima quella che gusta e conserva
questo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
"Chi
possiede questa dottrina, la conservi fedelmente".
APPENDICE
CONSACRAZIONE DI
SE STESSO A GESU' CRISTO SAPIENZA INCARNATA
PER LE MANI DI MARIA
O Sapienza eterna e incarnata! O mio Gesù, tanto amabile e adorabile, vero Dio e vero Uomo, unico Figlio dell'eterno Padre e di Maria, la Semprevergine! Ti adoro profondamente nel seno e tra gli splendori del Padre tuo, durante l'eternità, e nel grembo verginale di Maria, tua degna Madre, nel tempo della tua incarnazione. Ti ringrazio perché ti sei voluto spogliare di te stesso, assumendo la condizione di schiavo, per liberare me dalla crudele schiavitù del demonio. Ti lodo e ti rendo gloria per aver voluto vivere sottomesso in tutto a Maria, tua santa Madre, per rendere me tuo schiavo fedele, per mezzo di lei. Ma io sono stato davvero ingrato e infedele; non ho mantenuto verso di te i voti e le promesse che avevo fatto solennemente nel mio battesimo e non ho onorato i miei impegni; non merito di essere chiamato tuo figlio, e neppure tuo schiavo: in me, tutto merita i tuoi rimproveri e la tua ira; da parte mia, non oso più avvicinarmi, da solo, alla tua santa e sovrana Maestà. Per questo faccio ricorso alla intercessione e alla misericordia della tua santa Madre, che mi hai dato come Mediatrice presso di te; per mezzo suo, ho speranza di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, e di acquistare e conservare la Sapienza. Saluto dunque te, o Maria immacolata, vivo tabernacolo della divinità, dove la Sapienza eterna, nascosta, vuole essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Ti saluto, Regina del cielo e della terra: al tuo impero è sottomesso tutto ciò che al di sotto di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro per i peccatori: la tua misericordia non è mai mancata per nessuno. Esaudisci i desideri che ho della divina Sapienza e ricevi per questo i voti e le offerte che nella mia pochezza ti presento. io ... peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico nelle tue mani i voti del mio battesimo: rinuncio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere; mi dò interamente a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, per portare dietro a lui la mia croce, tutti i giorni della mia vita, e per essergli più fedele che nel passato. Ti scelgo oggi, davanti a tutta la corte celeste, come mia Madre e Sovrana. Come uno schiavo, ti consegno e ti consacro il mio corpo e l'anima mia, i miei beni interiori ed esteriori, il valore stesso delle mie buone opere, passate, presenti e future; ti lascio il diritto pieno e totale di disporre di me e di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo volere e alla maggior gloria di Dio, per il tempo e per l'eternità. O Vergine benigna, ricevi questa piccola offerta della mia schiavitù: a imitazione e in onore della sottomissione che la Sapienza eterna ha voluto avere nella tua maternità; come riconoscimento del potere che tutti e due avete su di me, piccolo verme e misero peccatore; e in ringraziamento per i doni che la Santissima Trinità ti ha concesso. Dichiaro di volere ormai, come tuo vero schiavo, cercare il tuo onore e obbedirti in tutto. O Madre ammirabile, presentami al tuo caro Figlio, in qualità di schiavo per sempre: così egli mi riceverà per mezzo tuo, come per mezzo tuo mi ha riscattato. O Madre di misericordia, fammi la grazia di ottenere la vera Sapienza di Dio e di mettermi per questo nel numero di coloro che tu ami, istruisci, nutri e proteggi come tuoi figli e tuoi schiavi. O Vergine fedele! Rendimi in ogni cosa un così perfetto discepolo e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, tuo Figlio, da poter giungere, per la tua intercessione e sul tuo esempio, alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria nei cieli. Amen.